Terapia Cognitiva Complessa

Il modello della Psicoterapia Cognitiva orientata alla logica dei sistemi complessi è stato sviluppato nel corso degli anni '80 e '90 dal Prof. Tullio Scrimali, medico psichiatra, psicologo e psicoterapeuta. La prospettiva di base è di tipo bio-psico-sociale complesso, secondo cui la patologia è indagata a partire da molteplici fattori, legati alle neuroscienze, al legame di attaccamento con le figure di accudimento, a fattori familiari e sociali.

L'approccio cognitivo complesso, prevede un'analisi dei processi disfunzionali che sottendono il disturbo, la loro modulazione e riprogrammazione ad un livello più adattivo e funzionale.    

L'intervento è multilivello(paziente, famiglia, network sociale) e multimodale, (utilizzo di tecniche specifiche per il disturbo in questione).

  1. A livello del paziente, si agisce sul comportamento, sulla cognizione, sulle emozioni e sulle modalità relazionali.
  2. A livello della famiglia, si effettua un'analisi specifica con modifica dei processi disfunzionali di tipo relazionale;
  3. A livello del social network, si promuove lo sviluppo delle relazioni interpersonali e il sostegno.

Dall'analisi dei processi  che sottendono un determinato sintomo, è possibile individuare i programmi o schemi disfunzionali che mantengono stabile nel tempo la sintomatologia. In una prima fase, viene messa in atto un'esecuzione controllata ed assistita di nuovi programmi, secondariamente l'esecuzione sarà controllata, ma autonoma, per poi arrivare ad una esecuzione automatica, da parte del paziente, dei nuovi programmi. Ciò comporta la progressiva perdita di efficienza dei programmi disfunzionali e la conseguente ristrutturazione stabile dei processi mentali e dei sistemi cerebrali.

I vecchi programmi non vengono cancellati, ma riorganizzati all'interno di sistemi più funzionali. Il paziente sarà pertanto, in grado di riconoscere l'eventuale riattivazione dei vecchi programmi, anticipandoli e intervenendo su di essi in modo autonomo e competente.

Una volta arginata la sintomatologia, la parte centrale della terapia prevede una ricostruzione storica del problema clinico al fine di produrre una evoluzione progressiva degli scehmi cognitivi e dei modelli operativi interni.

Il processo di cambiamento prevede:

  1. COPING E PROBLEM SOLVING: acquisizione di nuove competenze e possibilità di modificare meccanismi che supportano il malessere (es.evitamento, fuga, rituali, rimuginazioni, abbuffate o digiuno, delirio, isolamento sociale...). Nell'ambito di questa area, si colloca l'utilizzo di tecniche di autoregolazione e autocontrollo anche strumentale, come ad esempio il biofeedback.
  2. RISTRUTTURAZIONE COGNITIVA: analisi e ristrutturazione progressiva dei sistemi di convinzione disfunzionali. Nell'ambito di quest'area si colloca l'utilizzo di tecniche di auto osservazione, discussione critica, modifica delle istruzioni.                                                                                                                                                                                                                                                                                                       

Il modello cognitivo sostiene che ci sono tre livelli di cognizioni:

  • ​convinzioni profonde o core beliefs o schemi cognitivi;
  • convinzioni intermedie;
  • pensieri automatici.

Le convinzioni profonde,  (o core beliefs o schemi cognitivi) sono delle strutture interpretative di base con cui la persona rappresenta se stesso e gli altri e organizza il suo pensiero. In altre parole uno schema è una tendenza stabile ad attribuire un certo significato agli eventi. Ad esempio, una persona che ha uno schema di sé del tipo "Non sono amabile" penserà che nessuno mai potrà amarlo e può interpretare la fine di una relazione non come un evento che può capitare a tutti e che di solito è influenzato da più fattori, ma come la prova che nessuno lo può amare. I contenuti degli schemi cognitivi vengono considerati come delle verità assolute. Questi pensieri sono, infatti, più globali, rigidi e ipergeneralizzati rispetto alle altre forme di cognizione. Essi possono riguardare noi stessi (schema di sé), gli altri (schema dell'altro) e la relazione di sé con l'altro (schema interpersonale).

Le convinzioni intermedie, sono delle idee o interpretazioni su noi stessi, sugli altri e sul mondo che ci permettono di organizzare l'esperienza, prendere decisioni in tempi brevi e orientarci nelle relazioni con le altre persone. Esse sono più malleabili rispetto alle convinzioni di base. Le convinzioni intermedie sono costituite da opinioni (es. "È umiliante andare all'esame impreparato!"), regole (es. "Devo sempre essere all'altezza della situazione!") e assunzioni (es. "Se prendo trenta tutti mi stimeranno"!).

I pensieri automatici, infine, sono le cognizioni più vicine alla consapevolezza conscia e sono delle parole, piccole frasi o immagini che attraversano la mente della persona ad un livello più superficiale (es. "Sarò sempre un fallito!"). Essi sono facilmente modificabili e sono direttamente responsabili delle emozioni provate dalla persona.Secondo il modello cognitivo, le convinzioni profonde influenzano le convinzioni intermedie e quelle intermedie influenzano i pensieri automatici; questi, infine, interferiscono direttamente sullo stato emotivo della persona. Ad esempio, lo schema "Sono un incapace" può portare la persona ad avere la convinzione intermedia "Se non riesco a studiare vuol dire che sono davvero un fallito!"; tale assunzione, infine può far emergere il pensiero automatico "Sono proprio un fallito!"

 

3. AUTO OSSERVAZIONE: sia attua nel setting e in relazione al materiale raccolto con lo svolgimento di specifici homework.

4. DISCUSSIONE CRITICA:  atttraverso il metodo Socratico, evitando dogmatismi e atteggiamenti autoritari. Il paziente deve essere solo guidato alla scoperta di nuovi punti di vista.

5. MODIFICA DELLE ISTRUZIONI: occorre programmare esperimenti reali (in vivo) che consentono di attivare nuovi eventi sbloccando la ricorsività dei processi disfunzionali.

6. RISTRUTTURAZIONE: è il processo di riorganizzazione che si verifica nel sistema di conoscienza del paziente quando vecchie convinzioni vengono progressivamente sostituite da nuove conoscenze. Questo processo avviene procedendo dalle convinzioni più periferiche a quelle più centrali.

7. ANALISI  E MODIFICA DEI PENSIERI AUTOMATICI: il paziente viene addestrato a monitorizzare i propri pensieri ed il proprio dialogo interno, attraverso strumenti forniti dal terapeuta. (Es. pericolo nel fobico, disordine nell'ossessivo, non amabilità nel depresso...).

8. SOCIAL SKILL TRAINING: incremento delle competenze relazionali, sociali e relative alla comunicazione.

9. IMPLEMENTAZIONE NEUROPSICOLOGICA: in molte condizioni cliniche risulatno compromesse funzioni importanti, quali attenzione, memoria e strategie cognitive. L'intervento prevede training specifici che consentono di migliorare le performances neuropsicologiche e di incrementare l'autostima.

10. ANALISI E RISCRITTURA DELLA NARRATIVA PERSONALE:  Il paziente ricostruisce la sua vecchia storia, promuovendo un nuovo racconto che costituisca il punto di partenza per uno sviluppo che lo porti fuori dall'impasse della condizione clinica.

 

Gli studi sull'efficacia clinica hanno dimostrato come un sostegno psicologico di tipo cognitivo e complesso permetta di conseguire buoni risultati in tempi ragionevolmente brevi, sia rispetto alla gestione e remissione dei sintomi, sia in riferimento allo stile di vita, autostima, organizzazione della personalità. Cioè quel cambiamento progressivo che garantirà adattamento ed evoluzione individuale.

 

Cosa distingue la CCT da altre forme di psicoterapia.

La terapia cognitiva orientata alla logica dei sistemi complessi:

  • è fondata scientificamente;
  • è orientata allo scopo;
  • è centreta sul problema attuale;
  • è basata sull'empirismo collaborativo tra paziente e terapeuta;
  • utiizza una vasta gamma di tecniche;
  • mira a far diventare il paziente terapeuta di se stesso.